Tassazione, Bruxelles prepara la fine dei regimi privilegiati

7 Agosto 2020

Il Sole 24 Ore 15 luglio 2020 di Beda Romano

FISCALITÀ

Verso il voto a maggioranza qualificata per porre fine agli squilibri nell’Unione

Oggi la sentenza della Corte europea sui 13 miliardi di Apple all’Irlanda

Vantaggi fiscali. Il logo di Apple con lo sfondo della bandiera irlandese: oggi la sentenza della Corte Ue

Bruxelles

Salvaguardare il mercato unico e la parità di condizioni d’accesso è diventato un aspetto cruciale della risposta comunitaria allo shock economico provocato dall’epidemia influenzale. Ciò è vero nel delicatissimo campo degli aiuti di Stato, ma anche in quello altrettanto delicato della fiscalità. In questo caso, il tema assume una dimensione particolare mentre i paesi membri sono alla ricerca di nuovo gettito fiscale per ridurre l’indebitamento.

La Corte europea di Giustizia dovrebbe pubblicare oggi una attesa sentenza dedicata al caso Apple. Nel 2016, la Commissione europea chiese alla società americana di rimborsare al governo irlandese un totale di 13 miliardi di euro. Bruxelles rimproverò a Dublino di avere fatto beneficiare Apple di aliquote fiscali bassissime, tali essere equiparate ad aiuti di Stato illegittimi. Il ricorso è stato presentato sia dalla società che dal governo.

Il caso è emblematico per via dell’ammontare in ballo. La Commissione vede nella vicenda un esempio di distorsione del mercato unico attraverso politiche fiscali eccessivamente generose. L’esecutivo comunitario ha imposto rimborsi anche ad altre aziende beneficiarie di aiuti di stato simili provenienti dall’Olanda o dal Lussemburgo. Lo shock economico provocato dall’epidemia influenzale ha reso la questione ancor più controversa, in un contesto peraltro di forte aumento dei debiti pubblici.

Si calcola che i più grandi paesi europei perdono miliardi di euro in gettito fiscale tutte le volte in cui loro aziende trasferiscono la sede in Stati membri nei quali il sistema fiscale è particolarmente generoso (si stima che l’Italia abbia perso fino a 21 miliardi nel 2019). Da anni, nelle sue raccomandazioni-paese, Bruxelles punta il dito contro l’Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, l’Irlanda, Malta, Cipro e l’Ungheria, chiedendo una riforma dei loro regimi fiscali perché favorirebbero abusi da parte delle singole imprese e provocherebbero distorsioni alla libera concorrenza.

Secondo il Financial Times, la Commissione europea sta riflettendo sull’ipotesi di usare l’articolo 116 dei Trattati che dà modo all’esecutivo comunitario di correggere distorsioni alla libera concorrenza nel mercato unico provocate dalle legislazioni nazionali attraverso l’adozione di direttive, la cui violazione verrebbe eventualmente sanzionata a livello europeo. Mentre le questioni fiscali richiedono tradizionalmente l’unanimità, in questo caso Bruxelles potrebbe adottare misure attraverso il voto alla maggioranza qualificata.

Interpellato ieri il portavoce della Commissione europea Dan Ferrie ha commentato: dall’inizio del suo mandato, la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen «ha chiarito che esplorerà modi per sfruttare appieno le disposizioni dei trattati che consentono l’adozione delle proposte fiscali a maggioranza qualificata anziché all’unanimità. La Commissione sta ora esaminando varie opzioni per mantenere questo impegno politico».

Intanto, sempre oggi, Bruxelles dovrebbe presentare una raccomandazione che permetterà ai paesi membri nel caso di non versare aiuti di Stato a imprese nazionali con una sede in un paradiso fiscale (extra-Unione europea). Si tratta in buona sostanza di una eccezione al principio di non discriminazione. Nello stesso modo, pur di garantire equa concorrenza nel mercato unico, la Commissione nei giorni scorsi ha ricordato che non è possibile condizionare l’aiuto di Stato a particolari decisioni d’investimento.

Doing business in San Marino

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