Scambio di partecipazioni con la holding: non c’è abuso

13 Luglio 2020

Il Sole 24 Ore 9 Giugno 2020 di Francesco Paolo Fabbri

Non è abusiva l’operazione di scambio di partecipazioni tramite la quale la maggioranza assoluta del capitale di una Spa viene conferita in una holding di nuova costituzione. È quanto emerge dalla risposta all’interpello 170 del 9 giugno 2020. Nel caso esaminato dall’agenzia delle Entrate, alcuni soci di una Spa partecipata da una pluralità di persone fisiche, legate da vincoli di parentela di vario grado, decidono di conferire il 57,277% delle azioni della medesima società in una holding di famiglia appositamente costituita. A seguito di tale trasferimento delle azioni la holding deterrà quindi la stessa percentuale del capitale (57,277%), integrando il presupposto per l’applicazione del regime di “realizzo controllato” di cui all’articolo 177, comma 2, del Tuir. L’Agenzia conferma che l’operazione illustrata non dà luogo a un disegno abusivo ex articolo10-bis dello Statuto del contribuente, non realizzandosi alcun vantaggio fiscale indebito. Ciò in quanto sussistono tutti i presupposti normativi affinché le partecipazioni ricevute dai conferenti le azioni della Spa siano valutate (ai fini della determinazione del reddito dei medesimi conferenti) in base alla corrispondente quota delle voci di patrimonio netto formata dalla holding conferitaria per effetto del conferimento. Applicando tale criterio risulta del tutto legittimo che possa non emergere alcuna plusvalenza, in particolare qualora il valore di iscrizione delle partecipazioni conferite, al pari dell’incremento di patrimonio netto effettuato dalla società conferitaria, risulti pari all’ultimo valore fiscale – presso i soci conferenti – delle partecipazioni conferite. Tale regime di neutralità fiscale “indotta” dal comportamento contabile della società conferitaria è infatti un effetto implicitamente previsto dal legislatore, che in tal modo ha inteso agevolare le riorganizzazioni societarie. Questo, evidentemente, sia con riferimento alle operazioni di scambio che attuino un’aggregazione di imprese tra soggetti terzi, sia per quelle realizzate all’interno dello stesso gruppo per modificare gli assetti di “governance”, come nel caso di cui alla risposta a interpello n. 170/2020. Occorre segnalare un aspetto di interesse che emerge dal documento di prassi. In particolare, nella fattispecie in esame, nella quale i soggetti conferenti sono persone fisiche non imprenditori, l’Agenzia ha ritenuto di escludere tout court l’applicazione dell’articolo 177, comma 3, del Tuir, vista l’irrilevanza delle disposizioni di cui all’articolo 87 del Tuir.
L’articolo 177, comma 3, del Tuir, richiama infatti il comma 2 dell’articolo 175 del medesimo testo unico, che reca una norma di carattere antielusivo finalizzata ad evitare che lo scambio di partecipazioni possa essere “strumentalizzato” per trasformare partecipazioni plusvalenti estranee all’ambito applicativo della Pex (articolo 87 del Tuir) in quote partecipative idonee a fruire di tale regime di esenzione parziale.

Doing business in San Marino

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