Posta europea al rush finale, l’Italia farà da battistrada

5 Luglio 2021

Il Sole 24 Ore 14 giugno 2021 di Antonelli Cherchi

LA DATA CHIAVE IL 18 GIUGNO FINE DEI TEST

Ancora qualche giorno e la Pec diventerà europea. Il 18 giugno termineranno i test per dare alla posta elettronica certificata un profilo comunitario, così che si possa utilizzare non solo in ambito nazionale ma anche per avere certezza delle comunicazioni nei confronti di pubbliche amministrazioni e privati che operano nella Ue. Un passaggio che deve tutto al nostro Paese.

È stato il regolamento europeo 910/2014 – più conosciuto come Eidas (Electronic identification authentication and signature), nato con l’obiettivo di fornire una base normativa comunitaria ai servizi fiduciari (tra cui la Pec) e alle identità digitali – che ha posto le basi per la posta elettronica certificata dell’Unione. Questo in teoria. Per quanto riguarda la Pec è, infatti, accaduto che le buone intenzioni del legislatore si siano poi scontrate per anni con la mancanza degli standard tecnici necessari per tradurre in pratica quell’obiettivo. D’altra parte, il fatto che la posta certificata sia poco diffusa o addirittura sconosciuta negli altri Paesi dell’Unione, non ha aiutato.

L’Italia, invece, ha fatto da battistrada e ora detiene il primato di tecnologia e diffusione delle mail certificate. Per questo, nel 2019 Agid (Agenzia per l’Italia digitale) e Assocertificatori – l’associazione che riunisce 8 dei 18 gestori di posta elettronica – si sono riuniti per mettere a punto gli standard della Pec europea. «Un’iniziativa – spiega Carmine Auletta, presidente di Assocertificatori – che ha subito trovato il favore di Etsi (European telecommunications standards institute), l’organismo indipendente che definisce gli standard europei nel settore delle telecomunicazioni. L’anno scorso il gruppo di lavoro ha assunto una dimensione europea con la partecipazione dei rappresentanti di diversi Paesi Ue e a gennaio di quest’anno Etsi ha approvato gli standard, che sono stati messi a disposizione degli sviluppatori. Il 31 maggio sono iniziati i test, che termineranno il 18 giugno. Dopodiché gli standard, una volta approvati dalla Commissione europea, potranno dar vita alla Pec europea e così consentire, per esempio, di inviare in modo sicuro una mail alla pubblica amministrazione, all’impresa o al cittadino di un altro Paese Ue. Dialogando con la Pec ci si potrà iscrivere in un’università europea o aprire un conto corrente oppure acquistare un prodotto assicurativo».

Se per la maggior parte degli altri Paesi dell’Unione si tratterà di partire da zero (o quasi), l’Italia dovrà più semplicemente adeguare l’attuale struttura della posta elettronica certificata ai nuovi standard.

«Il nostro Paese – aggiunge Auletta – sta già lavorando per dare alla Pec un profilo europeo, che prevede, tra l’altro, l’associazione con l’dentità digitale. Il messaggio non avrà solo la certificazione circa il momento dell’invio e della ricezione, ma tutto questo sarà accompagnato dalla certezza sull’identità del mittente e del destinatario».

Il meccanismo prevede che si acceda al servizio di Pec attraverso un sistema di identità digitale – che nel nostro caso sarà, considerata la sua diffusione, soprattutto Spid, ma potrà essere anche la Cie – per cui chi riceverà la mail certificata avrà anche certezza sull’identità di chi l’ha inviata. Allo stesso modo, il mittente conoscerà l’identità del destinatario.

Uno meccanismo che rafforza la sicurezza della Pec e che dà ulteriore garanzia nel momento in cui ci si prepara all’interoperabilità europea e, dunque, a un uso allargato che moltiplicherà lo scambio di messaggi. «La posta elettronica certificata – sottolinea Auletta – in tutti questi anni ha dimostrato di essere molto sicura. E questo grazie all’uso di protocolli che presuppongono algoritmi particolari. Gli attacchi di hacker o i fenomeni di phishing che, soprattutto in questi ultimi mesi di smart working, hanno colpito le mail tradizionali, nel caso della Pec non sono possibili. Sicurezza che dovrà essere ancora più forte ora che la Pec si prepara a diventare europea».

Doing business in San Marino

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