Le Entrate tolgono il trust dal limbo dell’incertezza

7 Dicembre 2022

Il Sole 24 Ore 29 novembre 2022 di Antonio Criscione

Una ventata d’ossigeno per il trust dall’agenzia delle Entrate. Con la circolare 34/E/2022 infatti sono arrivati chiarimenti importanti per gli operatori e per coloro che sono interessati a utilizzare questo strumento. L’agenzia ha infatti fissato il principio della tassazione al momento in cui i beni passano dal trust al beneficiario e non quando essi vengono conferiti nel trust stesso. Anche se poi ha stabilito alcune eccezioni.

Quindi in linea di principio la circolare 34/E l’Agenzia ha riconosciuto che per l’applicazione dei tributi per successione o donazione, «è necessario che si realizzi un trasferimento effettivo di ricchezza mediante un’attribuzione patrimoniale stabile e non meramente strumentale».

Marco Cerrato, Partner Maisto e Associati – Presidente Step Italy, spiega: «Su questa base, da un lato, viene affermata l’esistenza di un principio generale di neutralità degli atti di segregazione di beni trust, dall’altro, viene chiarito che tale principio è suscettibile di eccezioni». Per questo motivo diversi osservatori hanno ritenuto che quella fissata dall’Agenzia sia una sorta di forma mista e non semplicemente di tassazione in “uscita” dei beni dal trust. Come infatti illustra Cerrato: «In particolare, si avrà tassazione in “entrata” nel caso in cui i beneficiari del trust abbiano il diritto di ottenere dal trustee, in qualunque momento, sulla base delle clausole dell’atto istitutivo e di eventuali ulteriori disposizioni, il trasferimento di quanto spettante».

Dunque, per determinare la fiscalità di un trust ai fini delle imposte indirette, occorrerà prestare particolare attenzione alla redazione degli atti istitutivi e alla scelta della legge applicabile al trust: «Occorre tenere presente infatti – secondo Cerrato – che l’applicazione delle imposte indirette “in entrata” potrebbe comportare il vantaggio di cristallizzare le favorevoli aliquote vigenti, ponendo al riparo i beneficiari dalla maggiore tassazione che potrebbe verificarsi a causa di mutamenti normativi al momento della successiva distribuzione del capitale». In pratica al momento in materia di successioni e donazioni l’Italia sconta aliquote particolarmente favorevoli, nel momento in cui i beni fossero tassati in entrata, ci si metterebbe al riparo da eventuali successivi aumenti di aliquota.

La nuova circolare delle Entrate, secondo Filippo Cappio, direttore generale di Unione fiduciaria, «toglie al trust quella patina di oscurità che finora aveva avuto e avvicina questo istituto nell’ordinamento italiano a quanto avviene nel mondo anglosassone, ed in particolare al concetto di “trust dinastico”. Per questo abbiamo accolto con favore il documento delle Entrate, perché finora il mercato era sopito in un limbo di incertezza, con la giurisprudenza allineata già alla pratica internazionale, ma con il dubbio della posizione dell’amministrazione finanziaria».

Il principio quindi recepito al momento dalle entrate è che la tassazione non avviene nel momento i beni passano dal disponente al trustee, ma quando passano da quest’ultimo al beneficiario. Quindi, come commenta Cappio, «questo intervento ha permesso al mercato di ripartire». Del resto, proprio Unione fiduciaria è un soggetto che gestisce direttamente dei trust. «Si tratta di uno strumento che garantisce la possibilità di governare di patrimoni che altrimenti potrebbero essere frazionati – afferma Cappio -. In genere, per i trust che gestiamo, seguiamo non solo le parti relative all’istituzione e alla gestione, ma svolgiamo anche compito di co-trustee per trust esteri, quando ci sono beneficiari italiani».

Quanto all’utilizzo del trust, Cerrato ricorda che esso è molto utilizzato per la governance dei family business e per il passaggio generazionale delle partecipazioni di controllo, tanto che secondo uno studio recente di Step Italia almeno un trust con una partecipazione superiore al 3% è presente nell’azionariato di oltre 1.300 aziende italiane con un attivo netto superiore a un milione di euro. Un’altra tipologia di trust utilizzata spesso è quella dei trust familiari con i quali il disponente, spossessandosi dei propri beni (generalmente finanziari o immobiliari) anticipa la propria successione.

Doing business in San Marino

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