La decisione della Corte di Cassazione agevola in caso di errore dell’Iban
9 Settembre 2024
Il Sole 24 Ore 3 Agosto 2024 di Federica Pezzatti
PAGAMENTI
Accoppiata pericolosa. Smartphone e pagamenti fraudolenti
È uno degli errori più comuni e anche facili da commettere: digitare un Iban sbagliato, facendo sì quindi che il denaro sia trasferito sul conto corrente di una persona diversa da quella alla quale si voleva inviare il denaro.
Quando capita di sbagliare il complicatissimo Iban di un bonifico spesso ci si trova a dover fare tentativi per recuperare la somma finita sul conto del destinatario sbagliato talvolta non riuscendoci.
Le cose dovrebbero cambiare dopo la recente ordinanza numero 17.415 di giugno 2024 della I Sezione della Corte di Cassazione che si è pronunciata in tema di responsabilità di una banca per operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, per bonifici effettuati ad un errato beneficiario.
«Elemento di rilievo nella decisione è rappresentato dal fatto che la Corte ha precisato che la banca non solo deve adottare tutte le cautele necessarie al fine di eliminare il rischio di un’erronea individuazione del beneficiario – spiega l’avvocato Massimiliano Elia, partner dello studio Pavia e Ansaldo – ma deve anche prestare assistenza al vero beneficiario del bonifico individuando a chi è andato in concreto il pagamento eseguito con Iban non corretto. Infatti, anche se non rientra tra gli obblighi dell’istituto di credito verificare l’esattezza delle informazioni fornite dall’utente, grava comunque sulla banca la responsabilità da cosiddetto “contatto sociale qualificato”, nei confronti del beneficiario del bonifico rimasto insoddisfatto per l’errata indicazione dell’Iban».
Secondo la Corte, infatti, la disciplina specifica sui servizi di pagamento, per quanto riguarda la responsabilità dell’intermediario ai sensi degli articoli 24 e 25 del Dlgs n. 11/2010, attribuisce all’Iban la centrale funzione di filtro per determinare i casi in cui la responsabilità della mancata o inesatta esecuzione è attribuibile all’utente e quelli in cui si può procedere per accertare quale degli intermediari coinvolti nel procedimento abbia causato il malfunzionamento dell’operazione e come tale responsabile.
«Pertanto, qualora la banca abbia dato seguito all’operazione di pagamento in favore di un beneficiario erroneo, pur consapevole dell’incongruenza delle informazioni, potrà essere ritenuta responsabile nei confronti dell’utente del servizio non avendo assolto l’obbligo di conformare la propria condotta ai principi di buona fede e diligenza nell’esecuzione del contratto».
Fino a prima di questa sentenza in caso di inserimento di un Iban sbagliato, il denaro veniva trasferito sul conto indicato erroneamente.
Era tuttavia possibile che il sistema di internet banking, mediante un controllo automatico dei dati, si accorgessero della non corrispondenza tra l’Iban e il nome del beneficiario del bonifico.
In questi casi, la banca già procedeva al blocco del bonifico e allo storno dell’importo pagato.
Nel caso in cui però il sistema bancario non avesse ravvisato l’errore, era necessario un intervento in prima persona (che doveva essere anche tempestivo) da parte del correntista, il quale doveva procedere il più rapidamente possibile alla revoca del bonifico eseguito erroneamente. Infatti, sono previsti dei limiti temporali entro cui è possibile revocare un bonifico, che di solito sono inferiori rispetto al tempo medio necessario per l’accredito delle somme (ovvero 1-3 giorni lavorativi).
Quindi oggi, chi si accorge di aver effettuato un bonifico nei confronti di un beneficiario diverso da quello a cui si voleva inviare il denaro, deve immediatamente, o comunque nel più breve tempo possibile, procedere alla revoca del bonifico per impedire che lo stesso si perfezioni.
Ora il sistema bancario si dovrà attrezzare per supportare la clientela.