Informazioni, «scambio automatico» al via
8 Giugno 2017
Il Sole 24 Ore 10 Maggio 2017 di Valerio Vallefuoco
Trasparenza fiscale. L’attività dell’Oecd sta portando i primi frutti nella lotta all’elusione e all’evasione internazionale
La trasparenza fiscale a livello globale rimane uno dei punti maggiormente all’attenzione dei forum internazionali (G20 e G7), che continuano a supportare i lavori condotti in questi anni dall’Oecd, soprattutto con riguardo allo scambio di informazioni su richiesta.
Siamo ormai vicini al primo scambio automatico di informazioni, che dovrà avvenire entro settembre 2017 e riguarderà dati riferiti al 2016: si tratta di più di 1.800 accordi bilaterali firmati da più di 60 giurisdizioni; tra queste, i paradisi fiscali sono in prima linea, se si pensa che Paesi come le Isole Vergini britanniche, le Isole Cayman, Gibilterra, Guernsey, Jersey e il Liechtenstein ne hanno firmati ognuno più di 40; dall’altro lato, l’Italia riceverà informazioni in via automatica da 60 Paesi.
Le premesse affinché questo processo sia efficace ed effettivo ci sono tutte: l’Oecd sta monitorando tutte le legislazioni nazionali, in modo da evitare che il mancato adeguamento delle norme domestiche possa impedire gli scambi automatici. Consapevole che la modifica delle legislazioni potrebbe portare a un’adesione nominale agli scambi, ma svuotata di contenuti, l’Oecd ha lanciato un altro strumento, basato sulla collaborazione di tutti gli stakeholder del progetto Common Reporting Standard (Crs): i soggetti interessati hanno la possibilità di comunicare, tramite il sito web dell’Organizzazione di Parigi, anche in forma anonima, gli schemi che, anche potenzialmente, possono essere utilizzati nelle varie giurisdizioni per eludere gli obblighi connessi con lo scambio automatico di informazioni.
Questo strumento rientra in una strategia più ampia di contrasto all’elusione del Crs; si affianca all’attività di analisi delle legislazioni, condotta per identificare “loopholes” e alla richiesta, già inoltrata alle varie giurisdizioni, di introdurre regole anti-abuso per prevenire comportamenti tesi ad aggirare gli obblighi di scambio di informazioni. Un ulteriore deterrente a comportamenti che possono minacciare la trasparenza fiscale è poi data dalla inclusione dei Paesi nella lista, in corso di preparazione sempre presso l’Oecd su mandato del G20, delle giurisdizioni non cooperative: queste ultime, infatti, potranno essere oggetto di misure difensive da parte degli altri Stati.
Su impulso del G20 (sollecitato a sua volta da un’iniziativa del G5 – Italia, Uk, Spagna, Francia e Germania – presa dopo la rivelazione dei Panama Papers), l’Oecd sta lavorando ad un salto di qualità della trasparenza fiscale basato sull’interrelazione tra normativa fiscale e normativa antiriciclaggio: il miglioramento riguarderà la definizione di beneficiario effettivo delle attività finanziarie oggetto di comunicazione.
L’obiettivo è quello di ottenere dati e informazioni su conti e soggetti che attualmente non ricadono nella definizione di beneficiario effettivo ai fini del Crs, ma che lo sono ai fini della normativa antiriciclaggio.
Ovviamente ci vorrà tempo per ottenere i risultati attesi. L’obiettivo finale, nella sostanza, potrebbe essere quello di permettere una maggiore collaborazione, a livello di G20, tra le varie agenzie che si occupano di perseguire da un lato l’evasione fiscale e dall’altro il riciclaggio.