Documenti da San Marino, ritrasmissione allo Sdi se il formato è cartaceo
11 Marzo 2024
Il Sole 24 Ore lunedì 26 febbraio 2024 di Matteo Balzanelli, Giampaolo Giuliani e Massimo Sirri
Nessun obbligo invece se il cedente sammarinese emette e-fatture (con Iva)
Nella disciplina Iva, gli acquisti di beni presso operatori sammarinesi hanno sempre richiesto delle procedure particolari rispetto alle importazioni o agli acquisti intracomunitari. Ciò è principalmente dovuto alle peculiarità di questo piccolo Stato, non aderente all’Unione europea e interamente confinante con l’Italia, dove i varchi di confine non sono vigilati dalle amministrazioni finanziarie dei due Paesi.
Tuttavia, queste particolarità da sole non bastano a spiegare come si è arrivati a predisporre procedure tanto differenziate, soprattutto se si tiene presente che gli operatori sammarinesi sono in grado di emettere fatture elettroniche che, dopo il vaglio del proprio ufficio tributario, sono inviate al Sistema di interscambio, il quale le trasmette all’operatore stabilito o identificato in Italia.
Non si vede quindi la ragione perché gli operatori italiani, quando prelevano dal proprio cassetto fiscale delle fatture elettroniche trasmesse da operatori sammarinesi, debbano a loro volta rinviare allo Sdi un nuovo documento.
In verità questo non vale in tutti i casi, ma soltanto per alcune operazioni: infatti, quando il cedente sammarinese emette delle fatture elettroniche con addebito d’imposta, l’acquirente italiano non deve fare alcunché. Diversamente, se la fattura (con Iva) anziché in formato elettronico viene spedita o consegnata dal cedente sammarinese in formato cartaceo, l’operatore italiano deve trasmettere allo Sdi «un documento con Tipo Documento TD28».
È importante rilevare che tale trasmissione deve essere effettuata solamente al ricevimento di una fattura in originale munita dei visti dell’ufficio tributario sammarinese e dell’agenzia delle Entrate.
Il diverso trattamento
Per quanto attiene alle fatture senza addebito d’imposta, per le quali l’acquirente italiano deve assolvere l’Iva mediante il meccanismo dell’inversione contabile, vi è l’obbligo di predisporre un documento con Tipo Documento TD19, a nulla influendo la circostanza che la fattura sia in formato elettronico o in formato cartaceo.
Tutto ciò è strano, perché le fatture elettroniche senza addebito d’imposta, al pari di quelle con addebito di Iva, sono esaminate dall’ufficio tributario e ulteriormente controllate dallo Sdi prima che siano depositate nel cassetto fiscale dell’acquirente: sicché non si vede la ragione di obbligare alla predisposizione di un documento elettronico per le prime (senz’Iva), quando per le seconde (con Iva) si riconosce piena validità alla fattura emessa dall’operatore sammarinese.
I momenti rilevanti
A ogni modo, al di là di queste bizzarrie, preme sottolineare che, in caso di acconti per acquisti effettuati presso operatori sammarinesi, questi ultimi non devono emettere fattura, in quanto tale obbligo scatta con la materiale uscita delle merci dal territorio sammarinese, momento in cui l’ufficio tributario riconosce il rimborso dell’imposta sulle importazioni e appone i visti sulle fatture.
Parallelamente, per gli acconti versati, gli acquirenti italiani non devono assolvere l’imposta mediante il meccanismo dell’inversione contabile, in quanto l’operazione diventa rilevante ai fini Iva al momento dell’importazione, individuato nella data di partenza del bene da San Marino.