Sono deducibili le perdite da derivati accumulate in anni

8 Giugno 2018

Il Sole 24 Ore 23 Maggio 2018 di Laura Ambrosi

Ctr Emilia Romagna. Contratti su valuta

Le perdite generate da contratti derivati su valuta estera sono deducibili anche se accumulate negli anni per i continui rinnovi dei contratti stessi, nella speranza che la situazione valutaria migliorasse. A fornire questo importante principio è la Commissione tributaria regionale dell’Emilia Romagna con la sentenza n. 367/01/2018
Una società, esercente la vendita alla grande distribuzione di prodotti, importava con pagamenti in dollari materie prime da Paesi extra Ue. Per coprire il rischio di cambio euro/dollaro la società utilizzava tra l’altro contratti derivati stipulati con un primario istituto di credito.
Verso la fine del 2002 la svalutazione del dollaro determinava un valore negativo per questi contratti: nella speranza di una rivalutazione del dollaro rispetto all’euro, che avrebbe ridotto le perdite accumulate, i contratti venivano ripetutamente rinegoziati con l’istituto di credito. Negli anni però la situazione peggiorava e quindi la banca negava ulteriori proroghe. Si sottoscriveva così una transazione e le significative perdite conseguite venivano dedotte.
A seguito di un controllo l’Ufficio riteneva non inerenti tali costi valutati “speculativi” e non di “copertura”. L’atto impositivo veniva annullato dalla Ctp. L’Ufficio ricorreva in appello ribadendo l’indeducibilità di tali perdite per assenza di inerenza
La Ctr Emilia Romagna ha confermato l’annullamento della rettifica. In particolare i giudici hanno evidenziato che questi costi sono deducibili in quanto rientrano nel concetto ampio di inerenza riferibile all’attività di impresa. L’inerenza va interpretata come una relazione tra due concetti (la spesa e l’impresa) che implica un accostamento concettuale tra due circostanze. Ne consegue che il costo assume rilevanza ai fini della quantificazione della base imponibile, non tanto per la sua esplicita e diretta connessione ad una precisa componente di reddito, bensì in virtù della sua correlazione con una attività “potenzialmente” idonea a produrre utili.
La pronuncia, che risulta essere definitiva per omessa impugnazione, rappresenta uno dei primi interventi dei giudici tributari sulla delicata questione delle perdite su derivati che, con modalità diverse, ha interessato negli anni scorsi numerose aziende e persone.

Doing business in San Marino

Scarica ora il libro in formato PDF

Scarica
Get in touch
x
x

Share to:

Copy link:

Copied to clipboard Copy